Pochi la conoscono, ma svetta ancora sul panorama del lago di Acquatina la costruzione edificata da Federico Libertini per ospitare i cacciatori.
Se dal centro di Frigole si prende, in direzione nord, la “strada dei poderi” (via Matteo Fiorini), poco prima di immettersi sulla litoranea presso il podere della famiglia Cardone si vede uno strano edificio a torre, con una scala esterna e un comignolo.
Perché quel nome? Sicuramente la costruzione è più vecchia della vicina casa poderale, che è una delle tante con la scala esterna rotondeggiate costruita dall’Opera Nazionale Combattenti nel 1937. Verosimile è invece l'ipotesi che fu Federico Libertini a erigerla poco dopo il 1870. E’ particolare la sua posizione: dal lato del mare, un tempo, era quasi lambita dal lago-stagno dell'Acquatina dai contorni irregolari, mentre verso l'interno da lì si stendeva la grande palude, anch'essa denominata “dei cacciatori”. Un luogo ideale per la caccia, perché spaziava su una zona umida che si perdeva a vista d’occhio.
Successivamente le grandiose bonifiche degli anni Trenta del Novecento hanno trasformato il volto al paesaggio: l'Acquatina fu ridotta e divenne lago-bacino, mentre la palude fu bonificata in fertili campagne.
La casa-torre ha un vano a piano terra. Una scala esterna porta al piano di sopra in un piccolo, rudimentale “soggiorno”, dove è possibile accendere il fuoco e da dove era possibile sparare alla cacciagione in tutte le direzioni. Un altro tratto di scala esterna sale sul tetto a terrazza leggermente ricurva. La visuale è vastissima.
Quella casa-torre è servita anche ad altro lungo il Novecento. Fu, per esempio, “ufficio pagamenti” degli operai addetti alla grande bonifica degli anni Trenta dell'Opera combattenti; in seguito fu punto d'appoggio per i raccoglitori di giunchi, di cui è ricca la zona, che provenivano per lo più dai “paesi del Capo”.
La Casa dei Cacciatori merita ancora la nostra attenzione perché è una traccia significativa dell’opera di Federico Libertini a Frigole.